Celebrità e whisk(e)y, tocca ai Pogues
Il legame tra whisk(e)y e musica è sempre stato molto forte, almeno per il consumo massiccio e a volte smodato che i musicisti ne hanno fatto e ne continuano a fare. Ultimamente non è raro imbattersi anche in band che legano il loro nome a degli imbottigliamenti speciali. Ricordiamo quello della Suntory per i cinquant’anni dei Rolling Stones, quello dei Mogway o il bourbon degli Anthrax.
Vedere Shane MacGowan, un vero miracolato, già distrutto dagli abusi ancor prima di aver compiuto trent’anni, che presenta un Irish whiskey col nome della band, che è tornato a guidare dopo un periodo di allontanamento proprio per problemi legati anche all’alcolismo, fa un certo effetto. Il Pogues whiskey è distillato in una delle poche realtà indipendenti, anche se sono in crescita, la West Cork Distillery dove da poco è approdato uno dei professionisti più stimati nel mondo del whisky, il mitico Frank McHardy. Proprio quest’ultimo, assieme a Barry Walsh, è il creatore di questo whiskey, fatto con metà grain e metà single malt. Il prezzo è di circa 40 euro.
I Pogues, in tempi non sospetti, cantavano questo pezzo…
Vecchia sporca Dublino per un figlio che ritorna sei una madre che attende al tramonto
con la puzza di alcool coi baci e le canzoni per chi è stato un prigionero lontano
c’è una bomba e una pistola, un inglese da accoppare e una divisa dell’esercito in verde
ma è sempre soltanto la stessa vecchia storia e nessuna lo capirà.
Ma lasciatemi qui nel mio pezzo di cielo ad affogare i cattivi ricordi
nelle vie di Dublino il poeta è da solo e nessuno lo salverà
Morte di un poeta dei MCR, canzone bellissima di un album ancora più bello.
Se questo whisk(e)y fa sballare tanto quanto l’ultimo concerto da me visto con un Shane che non stava in piedi, che non si ricordava le parole e che entrava sostenuto da altre persone, beh allora lo prendo. 😀
N.B.: ce ne siamo andati neanche a metà concerto tanto si era annullato shane.
Comunque ad ottobre si risale su a Dublino, tra un giretto alla Guinness e alla distilleria Teeling magari ci faccio stare anche un assaggio di questo irish, giusto per parlar male di questo nuovo trend business della musica 😀 (ma anche no)
A vederlo negli ultimi video sembra meso meglio. Ho detto meglio, non bene.