Le vendite Diageo ancora giù
Sono oramai diversi mesi che rilancio i segnali allarmanti sul fronte vendite soprattutto nei cosiddetti “paesi emergenti” e pare che il trend di stagnazione continui anche in questi mesi. Diageo, che ci sà come sempre il termometro della situazione, essendo presente ovunque con una varietà di prodotti spaventosa, sottolinea con un po’ di preoccupazione questa situazione. L’area Asia e Pacifico ha visto un beò -5% sui volumi, -7% sulle vendite e un -13% sui profitti.
L’area cinese va ancora peggio, sull’onda anche della legge anti corruzione, abbiamo un -20% in volume, -31% nelle vendite e -33% nei profitti. La Tailandia tira in basso anche tutto il Sud Est Asiatico, -25% in volume, -19% nelle vendite e -25% nei profitti. Europa, Caraibi e America Latina rimangono praticamente stabili. Il Nord America invece è continua la crescita, volumi stabili ma fatturato e profitti in crescita del 3 e 8% rispettivamente. Tra i brand di whisky in calo troviamo (dati sui volumi): Johnnie Walker -6%, J&B -7%, Buchanan’s -13%. Mentre Irish Whisky sembra continuare la sua età dell’oro con Bushmills +8%, il brand del gruppo col miglior risultato.
Certamente non possiamo dire che ci sia la crisi, le vendite sono ancora spaventose se rapportate solo a 10 anni fa, ma sicuramente i grossi piani di espansione fatti non è detto che porteranno benefici a questi colossi, considerando che date le peculiarità del whisky che comunque ha almeno 3 anni di maturazione prima di finire sullo scaffale, potrebbe innescare effetti differiti su cui noi poveri mortali possiamo fare solo speculazioni molto terra terra. Ovviamente non credo che nessuno si auguri un crollo del mercato ma solamente una sua normalizzazione. Il CFO di Diageo dice che nella seconda metà dell’anno i mercati emergenti riprenderanno la crescita, pur senza tornare a numeri a due cifre, noi nel frattempo carchiamo tutti di fare del nostro meglio per tenere i consumi in piedi in Italia e verificheremo se il suo stipendio, qualunque sia, è meritato.
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