A proposito di classifiche e di trend
Certo fa comodo ogni tanto trovare classifiche già belle fatte da parte di organizzazioni terze (rispetto a chi poi?) e riviste. Non ultima una che cito ogni anno, la classifica dei 50 migliori bar del mondo secondo la rivista Drinks International, dove, tra l’altro, per il 2013 ci sono il Jerry Thomas di Roma (#19) e il Nottingham Forest di Milano (#49). Siccome non è il mio campo la miscelazione, per quanto da apprendista vizioso ci stia mettendo il naso sempre più spesso, evito di giudicare, mi fa piacere vedere che ci siano delle referenze italiche, per quanto la parte del leone la facciano le metropoli come Londra e New York, con la curiosità aumentata per la presenza dello Sherry Butt (#43) a Parigi che il fidato Salvatore Mannino mi dice essere posto meraviglioso anche per il whisky, soprattutto giapponese. La lunga premessa mi serve invece per scatenare la frustrazione su due classifiche secondarie, ricavate chiedendo a 250 dei bar entrati nella classifica alcune informazioni sui consumi e i trend per vari distillati o liquori, e dove ovviamente il whisky scozzese ma anche di altre nazioni ha la sua importanza.
La prima riguarda il whisky scozzese, a parte che la classifica dei trend riporta una immagine sbagliata (non mi risulta ad esempio che esista una distilleria St. Germain su suolo caledone), mi lascia perplesso l’approccio molto naif del report. Se hai intervistato i barman, mi aspetterei di avere qualche aggregato del perché questi marchi sono popolari nei loro bar e se, magari, sono usati in qualche preparazione. Stesso discorso sui trend, non è possibile fare una analisi dei dati? Dove sono più popolari i whisky torbati e magari anche qua sapere in che modo vengono serviti? A che serve fare una classifica del genere?
Proseguiamo con la categoria whisky dal mondo, qui forse le cose vanno meglio, almeno si cerca di dare una spiegazione della popolarità dei prodotti americani, il resto è solo una accozzaglia di informazioni del tutto inutili, almeno per me. Non trovo che sia nemmeno una “marchetta” da quanto è tutto molto disomogeneo e sconclusionato.
Voi ci trovate un senso? Sono troppo cattivo?