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Diageo e l’indipendenza Scozzese

diageologoNel precendente pezzo su cui mi sono occupato di indipendenza scozzese, avevo menzionato il fatto che nessuno dei due grossi attori del mercato, Diageo e Pernod Ricard, avesse ancora espresso giudizi sulla faccenda. Mentre i francesi continuano a non pronunciarsi ufficialmente, Diageo, che vede comunque un rallentamento di fatturato e vendite nei paese emergenti, è uscita allo scoperto in modo niente affatto soprendente, con argomenti del tutto semplici.  Per sintetizzare in modo brutale Diageo mette in guardia a non rompere un giocattolo che funziona. Le argomentazioni non sono particolarmente fini ma molto pratiche e del tutto normali, soprattutto per una azienda internazionale con sede a Londra ma che ricava dal whisky scozzese il 30% dei propri ricavi e margini operativi.

Il CEO Ivan Menezes, dice “la Scozia è molto importante per la nostra azienda e gli affari, che vogliamo proteggere, vanno benissimo”. Aggiunge poi “Dobbiamo guardare con attenzione alle nostre relazioni con la UE e tutto quello che riguarda valuta e commercio, e non vorremmo si aggiungessero complessità che vadano a intaccare gli affari”. Ovviamente, da politico navigato, Menezes dice di rispettare i diritti degli Scozzesi e del loro diritto di decidere ma che lavorerà coi governi Scozzesi e Britannici per ottenere risultati positivi.

A naso, qualche voto lo sposta.

 

Un pensiero su “Diageo e l’indipendenza Scozzese

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