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Una sorta di G(1)3 del whisky

samaroliglasebroom4samaroliglasebroom3 Giovedì 20 Giugno. Trovarsi allo stesso tavolo col più bravo scrittore e divulgatore di whisky del momento, l’ideatore dell’azienda di blending più innovativa dell’ultimo decennio e con i timonieri dell’imbottigliatore e selezionatore italiano più longevo e famoso non è da tutti i giorni. Ovviamente sui “titoli” mi prendo le mie responsabilità, anche se ci sono indubbi elementi oggettivi. Vi sto parlando, rispettivamente, di Dave Broom, John Glaser (Compass Box) e del team Samaroli composto da Federica, Antonio e Saverio. Non ho scritto che c’era anche il “motore” e catalizzatore di tante iniziative nonché il più bravo divulgatore italiano, Claudio Riva, perché mi ci trovo spesso allo stesso tavolo e pure lui si sarà stufato di me. Il ritrovo era nella meravogliosa cornice di Casa Bleve, a due passi dal Pantheon, situata in un bellissimo palazzo signorile e con una cantina da farsi venire le lacrime agli occhi. Ok, se vi state chiedendo cosa c’entrassi io in un contesto del genere vuol dire che avete cattivi pensieri ed è ora che vi facciate un dram.

Casa Blevesamaroliglasebroom6Si è mangiato, parlato e anche bevuto ovviamente e non potevano mancare alcune chicche, inediti e rarità tra cui un Otard Cognac non ancora targato Samaroli ma selezionato da Silvano un paio di anni prima dell’apertura ufficiale dell’azienda. Potremmo dire non un prodotto di massa, come potete vedere dalla foto.

Dicevo si è parlato tanto di passato, presente e futuro del mercato è anche stato interessante vedere John e Antonio confrontarsi sulla scelta precisa di non mettere in evidenza il nome della distilleria per particolari prodotti, concentradosi sul proprio marchio come garanzia di qualità, qualsiasi single malt, grain o blended ci sia nella bottiglia; filosofia che Silvano ha introdotto anni fa, culminata con i No Age (ora Evolution), rimarcata anche nell’ultima chiaccherata fatta. Concetto che anche Compass Box porta avanti, con grande successo, nonostante sia entrata nel mercato da pochi anni, solo tredici. Il proprio marchio come garanzia di qualità, con pari dignità rispetto samaroliglasebroomalla distilleria. Il tutto ovviamente resosi necessario dal momento storico particolare dove i produttori sono diventati “egoisti” e lasciano ben poco ai selezionatori, che spesso hanno fatto comunque la fortuna di distillerie fino ad pochi anni fa sconosciute o bistrattate (Caol Ila vi dice niente?). Ovviamente filosofia che costringe il marchio a non sbagliare un colpo, dato che il nome della distilleria spesso può comunque creare una certa indulgenza del tipo “certo per essere un X è molto buono” oppure “beh questi di Y hanno fatto sempre cose eccezionali”.

samaroliglasebroom2Avendo potuto parlare più direttamente e in modo rilassato con Dave, non posso che confermare la sua statura, nonché una modestia e quasi una timidezza che spesso non si ritrova in tante mezze figure. C’e’ tanto da imparare. Arriverà molto presto un suo libro e spero di poter partecipare a qualche sua masterclass a Parigi. John è una persona veramente brillante con le idee chiare e, grazie al suo passato in Diageo ma anche al suo carisma e alla qualità delle sue produzioni, riesce a comprare quasi tutta la materia prima direttamente dalla grande D.

Ovviamente impossibile trasferire le cose dette, le emozioni e anche le cose bevute. Per le ultime mi limito a un freddo elenco delle 13 star, passibile anche di errori:

  1. Springbank 1965 Ageing Monography 23YO
  2. Coilltean 1965 41yo
  3. Evolution 2011
  4. Evolution 2013 (sample, non in commercio)
  5. Evolution Cask Strenght (sample, non in commercio)
  6. Lagavulin 1988/2006 Riserva A .Bleve
  7. Caol Ila 1980/2013 33Yo
  8. Ardbeg Coilltean 1991
  9. Otard Cognac 1937/1966
  10. Delamain Cognac 1983
  11. Demerara Dark Rum 1975

samaroliglasebroom5Cosa vuoi aggiungere a prodotti del genere?

Merito dei presenti, io mi sono trovato benissimo e il lungo pomeriggio non è stato per niente pesante. Ovviamente non ringrazierò ma abbastanza la Samaroli per l’invito, cose che per un appassionato non hanno prezzo. Dato che non ho rovesciato nulla a tavola, ho mangiato con le posate e bevuto con compostezza, spero di essermi almeno guadagnato una riconferma. Papa Francesco potrebbe andare bene per la prossima, ma lascio fare a voi. Sempre meglio che lavorare.

3 pensieri riguardo “Una sorta di G(1)3 del whisky

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