Whisky Fair Limburg 2013: due parole di ritorno
Lo scorso fine settimana si è svolto il famoso Whisky Fair, il festival di Limburg (Germania) e finalmente sono riuscito a farci un salto Sabato. Sono arrivato nella mattinata, dopo la solita sveglia all’alba, con il pienone e il teatro era un via e vai vorticoso come i formicai prima della tempesta: tutti i banchetti presi d’assalto, gente che si fiondava sui dram come se non bevesse da mesi. Nel pomeriggio più tranquillità e qualcuno che aveva accusato i bagordi, con la lingua spessa come un materasso da salto in alto. In ogni caso un impressionante assalto degli appassionati, provenienti da tutta Europa (uno anche venuto da Los Angeles apposta per il festival).
Tanta roba da bere, vecchia e nuova, tante facce note, tra cui Serge Valentine e Charles McLean per dirne due così. Ma tante facce note italiane, ben sapendo che siamo ancora eccellenza nel whisky, sia come selezionatori che come collezionisti.
Tra gli “standisti”: Andrea e Giuseppe del Milano Whisky Festival con Silvia, Alessandro e Riccardo a dare man forte; la famiglia Giuliani; Max, Elisabetta (in un meraviglioso abito tradizionale tedesco) e Paolo per Whisky Antique. Poi tra il pubblico, dimenticherò qualcuno di sicuro: Nadi Fiori, Giorgio D’Ambrosio, Ricky e Franco Di Lillo, Claudio, Jonas della Puni. In serata anche Monica, Marco e Cristian che sono andati al festival Domenica.
Assaggi non ne ho fatti molti (giuro!), la ressa mi ha scoraggiato, ma ho potuto apprezzare il Glenrothes di Wemyss, molto speziato e fresco, quasi frizzante sulla lingua; il Laphroag 11, vecchio imbottigliamento del festival di casa (quest’anno proponevano un 14), Ardmore e un Laphroaig dei sempre ottimi Malt of Scotland. Capitolo a parte il Kavalan, whisky di Taiwan: fatto assaggiare alla cieca a un po’ di persone tutti hanno detto “Speyside” e una età superiore a quella effettiva (3 anni); in effetti le botti sono molto marcanti e la giovane età si capisce soprattutto dall’alcool ancora aggressivo. Però decisamente un buon prodotto. Ve ne erano versioni diverse, anche sherry cask, ma non le ho provate.
Tra i vecchietti ho messo il naso su il Bowmore Bicentenario e sul Black del ’64, non aggiungo altro perché provate troppa invidia; ho provato altre chicche come Dunyvaig (Ardbeg) di Silver Seal, il Clynelish di Giaccone, due vecchi Ardbeg, uno importato da Turatello, 19YO del 1974 e uno 21 anni meravigliosamente equilibrato di GdA. Poi altre cose notevoli di “una volta” come, uno a caso, un Port Ellen Sestante. Vi metto alcune foto per i riferimenti.
Ho avuto modo anche di scambiare due chiacchere con Douglas che aveva iniziato il progetto Kingsbarn Distillery, ora passato alla Wemyss, ma lui rimasto parte del team: il progetto si è fatto più ambizioso, potenziale produzione di 500.000 litri anno, ma si inzierà con circa un terzo. L’idea è quella di non usare la tripla distillazione, tipica delle Lowlands, ma comunque di riprodurre un malto delicato “da manuale”. Ci sono alcune difficoltà tecniche in quanto gli alambicchi non possono essere troppo alti per vincoli “delle belle arti” all’edificio, ma credo ne usciranno. Si dovrebbe avere qualcosa di funzionante già entro un anno.
Fine serata, stanchi ma felici, al ristorante Don Camillo, gestito da un italiano da 40 anni, con la truppa, comprendente anche un gruppo capitanato da Emmanuel Dron dell’Auld Alliance.
Un festival veramente di alto livello in cui si possono trovare sia le novità che cose vecchissime e rare ma soprattutto affollato di tanta gente, appassionati e famosi addetti ai lavori con cui si può interagire. Appuntamento al 2014, il 17 e 18 Maggio.
Festeggio, questo è il 700esimo articolo.
Bella esperienza, a quanto pare. L’anno prossimo proverò a farvi compagnia! ^^
Andrea, è molto bello. Soprattutto se hai molte carte da 100 nel portafoglio da spendere nei dram di fascia alta 🙂
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