Ai confini della realtà: Tin Tin e Loch Lomond
Ci sono storie particolari che ci solleticano la mente, in bilico tra il vero ed il falso, tra la fantasia e la ragione; storie che si insinuano sotto pelle, o a mezz’aria nei meandri del nostro cervello, a sfiorare le vette del sapere e gli abissi della superstizione; storie…ai confini della realtà!
C’era un volta (a metà degli anni 60 del secolo scorso), in pieno boom per il whisky scozzese, un impresario americano – tale Duncan Thomas (1), già possessore di una storica distilleria (Littlemill)
ai confini tra Highlands e Lowlands – che, preso gusto per lo scotch, decise di aprire un’altra distilleria. Associatosi con un grosso brand di alcoolici (2), individuò la location ideale nei pressi del più grande lago d’Albione: Loch Lomond.
Avviata la costruzione, si trattava ora di inventare un marchio e pianificarne la promozione. Vuolsi il caso che, più o meno nello stesso periodo, un famoso autore di fumetti belga, Hergè, fosse alle prese con la riedizione a colori e per il mercato britannico delle avventure del suo personaggio principale: Tin Tin, giornalista avventuroso ed intraprendente. In particolare, in una sua storia ambientata in Gran Bretagna (l’Ile Noire – the Black Island), nella versione originale Tin Tin finiva per viaggiare su un carro cisterna ferroviario col marchio Johnnie Walker. Troppo, pubblicità esplicita e gratuita. Per la nuova versione l’artista decise di addottare un marchio inventato ispirato ad una realtà naturalistica scozzese: Loch Lomond, appunto…
Quale migliore occasione per Duncan? Ed ecco bell’e pronto il nome della distilleria ed una campagna pubblicitaria mirata: da lì in poi il nevrotico deuteragonista di Tin Tin, Capitan Haddock, berrà spesso e volentieri whisky Loch Lomond, ed il marchio apparirà più volte negli albi di Hergè!
Ancora adesso, dopo vari cambiamenti di proprietà, rebranding e riassetti della still-room (è l’unica ad avere tre tipi diversi di stills), con conseguenti ed improbabili/innumerevoli stili/marchi di whisky, la distilleria gode ed approfitta del “gemellaggio” col famoso fumetto: nel cortile fa bella mostra di sé un carro cisterna col marchio Loch Lomond dipinto esattamente come quello che appare sulle pagine dell’albo.
E’ una storia vera? E’ forse tutto inventato? O magari una via di mezzo? D’altra parte forse uovo e gallina sono nati contemporaneamente.
Tutto è possibile, ai confini della realtà…
(1) Incidentalmente, Duncan e Thomas sono due locomotive parlanti/personaggi di un cartone per bambini…Ma questa è un’altra storia…
(2) Barton Brands, confluita poi in Sazerac…
Immagini da TinTin.com
Ho quel fumetto in versione rilegata, L’ isola nera. O perlomeno lo avevo. Lo acquistai circa vent’anni fa e non ricordo a chi l’ho prestato. Lo rivoglio indietro, subito!
Sicuramente hai un numero ristretto di sospetti, martellali.