Milano Whisky Festival 2014: bilancio di un successo
Per gli amanti della sintesi: il MWF 2014 è stato un successo. Tanta gente, masterclass piene, pochi problemi dovuti all’affollamento. Le premesse erano molto buone e, nonostante la quantità d’acqua che scendeva sabato 14, la sala del Mariott si è riempita fin dalle prime ore. Non ho numeri ufficiali ma credo l’incremento sia stato attorno al 25% sforando abbondamente le 3.000 presenze nei due giorni della manifestazione. Mi riservo di correggere il tutto una volta ricevuta la voce dell’ufficialità.
La nuova disposizione degli spazi non ha creato problemi particolari e anzi, assieme alla sala dedicata ai Fine Rum, è stato un elemento di novità, che non guasta mai. Non so come sia stato l’afflusso ai rum, certamente avere due sale separate dalla hall dell’hotel qualche disorientamento lo può aver creato, ma siamo al numero zero di questa appendice e sicuramente nelle prossime edizioni, se serviranno miglioramenti, saranno apportati.
Come sempre il forum Singlemaltwhisky.it attivissimo con magliette, allegria, buon tasso alcolico e un bellissimo pre-tasting con Massimo Righi che, oltre a due Silver Seal d’eccezione, ci ha deliziato con il famoso blended. La domenica altra rottura del protocollo con l’allestimento di una tavolata contadina piena di ogni prelibatezza dove mezzo festival ha attinto e ha “bruciato” un paio di salami e due chili di Gorgonzola in pochi minuti. Per entrambi i giorni sono poi girati pezzi di focaccia arrivati sia da Milano che direttamente da Genova.
Tra chiacchere e lavoro dietro il banco ho bevuto molto poco in giro e posso appuntare praticamente solo qualche bicchiere che gli amici mi hanno portato. Come sempre alto livello di Adelphi, i magnifici Small Batch di Cadenhead’s, tra cui un Littemill superbo (Ardbeg 20 invece non mi ha convinto). Di Wilson&Morgan mi ha sopreso un grain con un naso molto complesso e intrigante. Molto bello il nuovo packaging di Benromach accompagnato da un ottimo 10 anni CS. Posso dire poco altro purtroppo, se non riportare voci positive anche sugli ultimi imbottigliamenti di Hidden Spirits e i giudizi ricevuti sui dram che io stesso servivo al multicolorato banco WhiskyClub/I Love Laphroaig/Angel’s share/Singlemaltwhisky.it, che come sempre ha avuto la funzione di aggregatore e guardaroba.
Considerazione finale amara, anzi torbata: purtroppo, ma forse è un purtroppo solo per me, ancora i gusti dei festivalieri sono troppo sbilanciati verso la torba e il #piùtorbatochecciai. Ragazzi forza uno sforzo, vi perdete un sacco di cose meravigliose.
Considerazione finale ottimistica, ma polemica: siamo una nicchia nella nicchia, ma la curva sale e il lavoro che tanti hanno fatto in questi anni sta portando risultati tangibili. La speranza è che molti professionisti del settore, che hanno dormito sonni profondi in questi anni, inizino a fare la loro parte e che le catene distributive siano più al passo coi tempi e coi prezzi.
Per non parlare di torba:
Io mi sono goduto un Glengoyne 21, sherry e spezie ma leggermente secco, fantastico.
Poi uno Strathclyde (scotch grain) che mi ha lasciato molto sorpreso.
I due Blair Athol, whiskyclub e Hidden spirit, niente male, con una certa bevibilità pericolosa.
E in ultimo alcuni giappi fagocitati da Mannino, meraviglia.
L’unica cosa che mi è mancato dopo è il cibo, tutto finito.
Grande Davide!
Io ci sto ancora pensando alla bella atmosfera del weekend di MWF!