Primi sorsi di Giappone
Sono partito per il Giappone senza particolari aspettative, armato solo di curiosità e fame (sete) di conoscenza. Difatti non mi sono mai interessato di cinema, di manga, di the, di scrittori giapponesi e quando mi portano in un ristorante pseudo-giappo in Italia, non vi dico che si devono subire quei poveretti. Ho una moto, ma è tedesca, si ho un TV e uno stereo giapponese e la mia vecchia Toyota mi lascia sicuramente soddisfatto, ma solo come affidabile mezzo di trasporto. Certo non posso negare che Goldrake, i Mazinga e Gundam mi abbiano fatto passare bei momenti della mia infanzia ma la cosa finisce lì. Di recente ho avuto una certa infatuazione per il whisky giapponese, ma suvvia non è sufficiente per entusiasmarsi per un paese, non credete? Si va bene, la curiosità alcolica ha avuto un aspetto importante, tanto che mi sono comprato il libro Drinking Japan prima della Loneley Planet, ma dopotutto sono anche un viaggiatore di lungo corso.
Comunque dicevo di essere partito senza aspettative particolari ma nemmeno senza pregiudizi o luoghi comuni. Sicuramente c’era l’idea di un paese organizzato e ordinato quasi maniacalmente tutto qua. Le prime impressioni? Oltre le più rosee aspettative. Ok, vi avevo detto che ne avevo, comunque queste le cose che mi hanno colpito.
Cortesia e sorrisi: chi pensa a persone cupe e severe è fuori strada. Non è così difficile muoversi, le informazioni sono anche in inglese, almeno nei punti fondamentali come aereporti, stazioni e siti turistici, sicuramente sono stato agevolato da Alessandro, visitatore del Giappone di lungo corso, che ha passato un paio di giorni con me. Impressionante precisione e puntualità dei treni, ho subito, dopo un totale di circa 8 ore di treno in vari viaggi, un ritardo di ben 2 minuti. Il servizio al cliente è maniacale, rituale e perfetto in ogni gesto; quando paghi ti fanno l’inchino e ti ripetono sempre cosa hai preso e ti contano i soldi di resto davanti: voi italiani che li fregate vergognatevi doppiamente. Non mi sembra un paese così caro, se vuoi posti dove mangiare bene per 8 euro ne trovi da stufarti, certo se vuoi il sushi fighissimo o un Karuizawa single cask 25 anni ovvio che si spende (autodenuncia). Il cibo è al centro di tutto, la maniacalità di presentazione e l’impacchettamento sempre impeccabile. Manodopera molto utilizzata e direttamente proporzionale al servizio fornito, sono tanti ma il risultato si vede.
Per quello detto sopra, anche se sono qui da soli due giorni, posso capire il disorientamento dei turisti giapponesi nel venire nel nostro paese, essendo bombardati da informazioni visuali precise, quando arrivano da noi, difficoltà linguistiche a parte, trovano poche indicazioni, spesso contraddittorie e l’anarchia e lo sprezzo delle regole. Ad esempio sulle piattaforme delle stazioni di metro e treni trovate il punto esatto di salita e lì vi si formano ordinate code. Certo magari non essere così, ma una via di mezzo non sarebbe male.
A già il titolo. Beh mentre sto scrivendo un po’ di Giappone me lo son bevuto, ma abbiate pazienza, mica si può parlare solo di bere.
Come te.
Andato indeciso, tornato estasiato (e molto, molto rilassato. Lo Zen è contagioso).