Nuovi controlli di genuinità sul whisky Scozzese
Nei giorni scorsi erano uscite varie agenzie a riguardo di nuove tutele dello Scotch Whisky, alcune per me erano assolutamente poco chiare e sembrava fuffa. Forse la fuffa è rimasta ma almeno ora ci ho capito qualcosa in più.
Il governo britannico, con un annuncio fatto a Benromach, ha introdotto lo “Spirit Drinks Verification Scheme”. Di che si tratta? In soldoni dovrebbe essere una sorta di processo di verifica che lo Scotch Whisky sia tracciato dai produttori, registrato dal governo britannico e verificato in modo che soddisfi il disciplinare. Lo Scotch Whisky ha già di fatto l’indicazione geografica che lo lega indissolubilmente al territorio ma l’Unione Europea richede che queste produzioni siano verificate dalle autorità, come avviene ad esempio per il Cognac. Tutti gli attori coinvolti devono essere registrati dall’ufficio delle dogane britannico (Her Majesty’s Revenue & Customs – HMRC) indicando tutti i siti e le sedi sia in Scozia che fuori, incluse le sedi della distilleria, delle warehouse, gli impianti di blending e di imbottigliamento. Anche chi imbottiglia fuori dalla Scozia (ricordo che è possibile solo per i Blended) potranno subire controlli. Il costo della struttura che effettuerà i controlli si aggira sulle 350.000 sterline all’anno che verrano assorbiti dai produttori. Se volete saperne di più e magari siete anche impattati dal provvedimento, c’e’ un sito disponibile.
Ovviamente ben vengano i controlli, che su quello che beviamo e mangiamo non sono mai troppi, la portata di questo provvedimento mi sembra comunque limitata e comunque valida sull’aspetto comunicativo, visto che persino alcune testate italiane l’hanno riportata, spesso non in modo molto accurato. Non so se questo provvedimento avrà impatti o meno, soprattutto burocratici, sugli imbottigliatori indipendenti, vi tengo aggiornati.