Buffalo Trace monumento nazionale

Chi ha la malattia del single malt spesso snobba il bourbon e lo ritiene un prodotto di qualità inferiore. Se dovessimo fare un confronto diretto probabilmente, visto soprattutto l’utilizzo abbondante del mais, non ci sarebbe storia da un punto di vista qualitativo (gusti a parte). A me piace pensarlo come un prodotto diverso e non direttamente paragonabile all’amato e quindi, da amante degli spirits, ho cominciato a interessarmi anche del distillato di cereali d’oltreoceano. Tutto questo pistolotto in realtà serve solo a introdurre una notizia che la Buffalo Trace, una storica e qualitativa distilleria del Kentucky, vecchia di ben 240 anni, è stata inserita nel National Historic Landmark, l’elenco dei luoghi storici degli USA, che comprende al momento 2.577 luoghi.

La motivazione recita “un raro e intatto esempio di distilleria operante prima, durante e dopo il Proibizionismo, con edifici costruiti dal 1880 al 1953. Queste testimonianze permettono di studiare direttamente l’evoluzione degli edifici e dei materiali da costruzione in relazione all’industria americana del whiskey”. Il processo di valutazione è durato ben 15 anni.

Spulciando altre distillerie nell’elenco si trovano:

• la Labrot and Graham’s Old-Oscar Pepper Distillery, il cui nome vi dirà poco ma ora diventat Woodford Distillery, che produce anche l’ottimo Woodford Reserve
• le Burk’s distillery che è la più vecchia distilleria del Kentucky in attività, risalente al 1805. Anche questo nome vi dirà poco, ma se vi dico che ora è Maker’s Mark?
• la Bomberger’s Distillery, stavolta in Pennsylvania e non Kentucky, attestata come la distilleria più vecchia degli States (1753). La distilleria purtoppo è chiusa e in cattive condizioni.

Vi evito la filippica su quanti luoghi storici, anche di archeologia industriale, abbiamo in Italia e non valorizziamo.