Feis Ile giorno 2: Bruichladdich open day
Ricordati di santificare le feste. Ecco una buona scusa, come se ce ne fosse bisogno. La domenica è la giornata di Bruichladdich ma soprattutto della masterclass di Jim McEwan nel ‘vatican’ dove ci sono oltre 300 persone per quella che dovrebbe essere la sua ultima, in corrispondenza dei suoi 50 anni di carriera. Dico dovrebbe perché ufficialmente va in pensione ma la Remi gli ha chiesto di rimanere “in giro” per dare una mano ai due ragazzi che lo sostituiranno. “Laddie five-0. Still working on a dream”, due ore del solito travolgente Jim, tra aneddoti nuovi e vecchi inframmezzati da musicisti e cantanti. Particolarmente suggestiva e toccante è stata la performance di Norma Munro, visibilmente provata da una malattia, ma ancora capace di emozionare, tant’é che Jim si è commosso e ha versato più di una lacrima.
Sei dram, tra cui un buonissimo BH4, un 22 in bourbon molto vecchio stile anche se un po’ legnoso, un piacevole Islay Barley 2006 molto delicato e profumato, l’imbottigliamento del festival, un po’ deboluccio al naso e nel finale ma godevolissimo in bocca (in vendita a 70 sterline) e un Port Charlotte 2001 direttamente dalla cantina di Jim maturato in botti di Mouton. Come sempre il filo conduttore è quello della tradizione contro la standardizzazione e quindi l’importanza del terroir anche nel whisky, con Laddie che matura tutto su Islay. Ma la cosa principale è che si è riso tanto, più che a Zelig. Ospitata a sorpresa di Eddie McAffer, il DM di Bowmore con cui Jim ha condiviso i primi passi ed entrambi arrivati a una grande carriera. Finale con il brindisi dei clan prima della battaglia e poi tutti a marciare dietro la Islay Pipe Band. L’open day molto frequentato, musica dal vivo, diverse proposte gastronomiche, gente di tutti i tipi e di tutte le età con tanti locali, vecchi con il girello e il bastone, bimbi. Mischiato tra la folla John McLellan di Kilchoman.
Verso le tre ci dirigiamo ad Ardbeg per un thé (io no eh) e un dram.
La sera andiamo a Laphroaig per la tradizionale serata con buffet dei FOL ma, i geni, pur sapendo che il tempo volgeva al brutto, avevano preparato fuori, avendo a disposizione molto spazio interno. Doccia non prevista. Voto 0. Ma senza rovinarci la giornata ci facciamo un Lamb all’Islay hotel e buonanotte. Ah il Cardeas di quest’anno magari è un po’ troppo dolce e sciropposo ma il finale pulisce e non lo lascia stucchevole. Andava giù bene e in qualche modo ci si doveva proteggere dalla pioggia.
Come sempre, una descrizione chiara ed appropriata.
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