Bruichladdich chiama, Highland Park risponde
Oggi spazieremo su argomenti anche apparentemente non troppo collegati tra di loro, Philippe Daverio lo chiamerebbe forse recupero filologico, ma noi voliamo assai più bassi. Nel caso non troviate molta correlazione tra i fatti riprovate a leggere dopo un paio di dram.
Di Bruichladdich vi ho parlato diffusamente di recente, prendo spunto da un paio di notizie su Highland Park per una sorta di parallelismo tra le due. La prima notizia è che Highland Park ha commissionato qualche tempo fa uno studio a quello che potremmo chiamare l’istituto agrario all’Orkney College per verificare le condizioni necessaria a coltivare orzo in loco. Gli esperti hanno fatto delle prove e hanno trovato una specie di orzo che si trova bene in queste isole e che oltretutto ha caratteristiche adatte per essere maltato ed avere un buon rendimento. Questo orzo maltato è già stato fermentato e distillato e vedremo i risultati fra una dozzina d’anni… Il primo parallelismo con Bruichladdich è quindi chiaro, anche la distilleria di Islay ha seguito questa strada già da qualche tempo e la rivendica con orgoglio (oltre ad altre “sperimentazioni” su orzo biologico, biodinamico e di varie tipologie).
La seconda notizia è che HP ha lanciato una nuova serie di imbottigliamenti a tema “divinità vichinghe” chiamato Valhalla . La prima della serie sarà dedicata a Thor dio del Tuono. La confezione della bottiglie come potete vedere è veramente molto bella, riproducendo le decorazioni delle prua delle navi vichinge (mi pare si chiamino Drakkar). Si tratta di un 16 anni, imbottigliato a 52.1%. Il prezzo è di 115 sterline, che non è proprio un regalo. Il secondo parallelismo forse è più forzato ma prende spunto da alcune considerazioni di Mark Reynier su Bladdie e Twitter; prima auspica una indipendenza della Scozia da UK, magari annettendosi alla vecchia dominazione vichinga e al periodo del Lord of the Islay (Isles) e la seconda invece ipotizza l’importazione della distillazione in Scozia da parte proprio dei vichinghi e non dei monaci irlandesi, utilizzando proprio un grano antenato dell’orzo di origine nordica chiamato Bere (e qui torniamo al punto 1). Le sue considerazioni non sono del tutto campate in aria. Forse ritorneremo su questo punto, perché è molto affascinante. Giacobbo, comunque ci contiamo.
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